Editoriale

Leonardo Piasere

Università di Verona

Come è noto, l'antropologia della famiglia e della parentela è parte fondante dell'antropologia generale e ha rappresentato per decenni il nucleo duro di tante teorie antropologiche. Se l'antropologia della parentela è stata ben accolta nel corso dei decenni in altri ambiti di ricerca, come quello storico, demografico, ecc., essa è invece sempre stata pressoché assente dalla sfera e dai dibattiti che hanno a che fare con i diversi servizi pubblici e agenzie rivolti alle famiglie. Il presente numero di Antropologia Pubblica si inserisce all'interno dell'odierno dibattito internazionale sulle nuove forme di relazioni familiari, focalizzandosi in particolare sul tema delle adozioni. Anche il tema delle adozioni è un classico dell'antropologia della parentela, d'altra parte le nuove modalità delle adozioni internazionali rappresentano una sfida per la ricerca e per l'azione, dal momento che le famiglie multiculturali che creano, si configurano come il luogo privilegiato in cui i grandi processi di globalizzazione entrano nella sfera privata e la flettono verso direzioni e problematiche a volte insospettabili. In ambiti come questi l'antropologo non è più di fronte solo ai suoi soliti interlocutori (i membri delle famiglie stesse), ma anche a chi lavora nei servizi rivolti a quegli interlocutori. Da questo numero, la rivista dà spazio, nella rubrica "Interventi", a quegli operatori che, immersi nella quotidianità del loro lavoro, vogliono aprire la loro esperienza professionale e/o di vita ad un dialogo con la riflessione antropologica. Così come comincia ad accogliere, nella rubrica "Rapporti", rendiconti di progetti di intervento, conclusi o in fieri, che narrano di quelle esperienze e di quelle vite derivate dal contatto con le famose "miserie del mondo" bourdieuane, ma anche, perché no?, con quelle "dignità" dell'uomo e del mondo su cui insistevano gli umanisti di un tempo.